Il mese di ottobre a partire dalla giornata del 13 ha visto l'S&P500 far registrare una performance superiore al 10%, prendendo in contropiede la narrativa ribassista e creando apprensione nei confronti di chi ha in portafoglio una posizione short sull'indice.
Come al solito, è interessante andare a valutare quali settori abbiano in qualche maniera "trainato" il movimento rialzista di questi giorni.
Si inizia con il settore finanziario, che sale più del mercato con una performance del 13% circa. Passando poi per il settore energetico, anche in questo caso, performance superiore al 13% malgrado le materie prime energetiche abbiano momentaneamente rifiatato. Tonico anche il settore industriale, anch'esso con un +13% e quello tecnologico con +11%.
Mentre per il settore finanziario e quello energetico, i rialzi sono comunque guidati da fattori macro abbastanza evidenti (incremento dei tassi a beneficio dei finanziari ed alta inflazione per gli energetici), per le altre industrie menzionate, i rialzi sembrerebbero avere come driver un probabile atteggiamento delle banche centrali meno aggressivo che sembrerebbe aver favorito il settore tecnologico ( quello in maggior sofferenza almeno dal punto di vista delle quotazioni) e quello industriale in virtù di un moderato riposizionamento tattico in virtù del raggiungimento di un livello psicologico interessante (massimi pre-covid).
Ultimi in classifica i settori dei consumi discrezionali e delle comunicazioni coerentemente con il contesto generale di sfiducia e di crisi che non tende a favorire questi comparti.
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