Non possiamo certo dire che quest’anno sia iniziato all’insegna di trend ben definiti, o di certezze relative alle diverse congiunture o con riferimento alle differenti politiche monetarie. Ma probabilmente siamo solo all’inizio di un anno che si preannuncia pieno di sorprese, considerata proprio la nebbia che avvolge i mercati.

A livello macro la congiuntura statunitense, il vero punto di riferimento, sembra tenere, nonostante alti e bassi, ma ciò è sufficiente a spingere la banca centrale americana a predicare prudenza e attenzione, prima di andare a ridurre il costo del denaro.

Pertanto, abbiamo la netta sensazione che dovremo aspettare più di un trimestre per assistere al primo taglio, dopo anni di rialzi e ci vorrà ben di più di qualche sporadico dato negativo per intravedere l’inizio di un rallentamento marcato dei principali aggregati macroeconomici, che possa anche minimamente configurare un soft landing.

AZIONARIO

Anche ieri i listini hanno chiuso contrastati, con il Dow Jones che è sceso dello 0.42%, l’S&P in rosso dello 0.15% e il Nasdaq pressoché invariato con un +0.09%. I titoli dell’energia, dei materiali e dei servizi di pubblica utilità sono risultati i peggiori, mentre i tecnologici e i beni di consumo hanno ancora sovraperformato.

Il mercato pare in attesa dei dati sull’inflazione, uno dei due market mover della settimana, in uscita domani alle 14.30, con prospettive di rialzo su base annua rispetto al dato precedente al 3.2%, così come ci si aspetta un aumento su base mensile dello 0.2% rispetto al precedente +0.1%. Il dato core invece è atteso in leggero calo sia su base mensile che su base annua. Da venerdì, usciranno anche le prime trimestrali, altro possibile market mover, va ricordato.

VALUTE

Giornata priva di volatilità sui principali rapporti di cambio, che in assenza di certezze, rimangono in attesa che emerga un motivo che possa generare movimenti e rotture dei punti sensibili. Le oscillazioni dei principali rapporti contro dollaro rimangono confinate in un range di 30-40 pip al giorno, con EurUsd che tiene per ora l’area di 1.0900 mentre al rialzo non riesce a superare quota 1.0950.

Il Cable ha evidenziato una price action analoga anche se leggermente più volatile con oscillazione giornaliera di circa 80 pip, con supporto a 1.2680-90 area e resistenza chiave a 1.2770. EurGbp confinato tra 0 .8590 e 0.8610 mentre il UsdJpy si è mosso all’interno di un range di oscillazione di 120 pip da 143.40 a 144.60. UsdCad in recupero sopra 1.3400 e obiettivi di correzione rialzista a 1.3500 da dove il mercato potrebbe ricominciare a vendere.

Sui cross segnaliamo un EurChf tornato sopra 0.9300, forse per la presenza della SNB sui bid. Poche novità anche sulle oceaniche, che restano deboli rispetto al dollaro e non riescono per ora a superare i livelli chiave posti a 0.6740 e 0.6270 rispettivamente per AudUsd e NzdUsd.

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PETROLIO

A dimostrazione che niente riesce, almeno per il momento, a smuovere i mercati a livello di fondamentali, segnaliamo il ritorno del petrolio con un rialzo del 2% e un Wti tornato sopra i 72.5 dollaro dopo un calo del 4% due giorni orsono.

Le tensioni mediorientali restano presenti, insieme alle preoccupazioni sulla domanda e l’aumento dell’offerta da parte dell’Opec. Non si placano neppure le tensioni in mar Rosso a causa delle minacce alla sicurezza da parte dei militanti Houti. E questo è servito a far rimbalzare l’oro nero.

DATI MACRO

Migliora la bilancia commerciale americana, con un deficit a 63.2 miliardi a novembre, ridotto dai 64.5 miliardi di ottobre e migliore del consensus di 65 miliardi di dollari. Calato l’export a 253.7 miliardi in ragione del calo delle vendite di Oro, petrolio e derivati. Mentre l’import è anch’esso diminuito a 316.9 miliardi a causa della discesa delle importazioni di prodotti chimici, e di articoli tecnologici (pc e computer). Diminuito il gap con la Cina di 21 miliardi e con l’Europa, di 15.6 miliardi.

Per quanto riguarda l’Eurozona, segnaliamo la discesa del tasso di disoccupazione al 6.4% con un calo dei disoccupati di 99 mila rispetto al mese di ottobre, ad un livello generale di circa 11 milioni. In Spagna tasso di disoccupazione all’11.9%, mentre in I’Italia è sceso al 7.5% con la Francia stabile al 7.3%. Olanda e Germania al 3.1% e 3.5% per cento rispettivamente.

Intanto nella notte è uscita l’inflazione in Australia, in crescita minore del previsto a +4.4% su base annua, e un incremento dello 0.4% su base mensile come da consensus. AudUsd senza grandi scossoni ancora nel trading range.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani



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