Economia Euro-zona ristagna: bastera’ per far scendere l’inflazione?
Ma, soprattutto, suggerira’ alla BCE una pausa sul rialzo dei tassi?
L’economia cinese non accelera come sperato, e impatta su quella globale.
Il Prezzo del petrolio frena, su timori di debolezza della domanda globale.


Ieri, 15 agosto, deciso calo per le Borse europee. Milano era chiusa per festeggiare il Ferragosto, Parigi ha perso -1,1%, Londra -1,57%, Francoforte -0,85%, Madrid -0,92%, Amsterdam -0,9.

Seduta negativa anche a Wall Street: Dow Jones -1,02%, Nasdaq -1,14% e S&P500 -1,16%, con le peggiori performance segnate dai settori energia, -2,50%, finanziario, -1,67%, e materiali -1,64%.

A pesare sulle sorti dell’azionario Usa ed europeo il moltiplicarsi dei segnali di rallentemento economico: forse e’ proprio quello che si spera per frenare l’inflazione e per ammorbidire la politica monetaria delle banche centrali, ma nel frattempo sono le borse a farne le spese, pur senza tracolli drammatici.

Negli Usa, a luglio, le vendite al dettaglio sono cresciute +0,7% mese su mese e +3,2% “anno su anno”. Un andamento positivo ma poco brillante che probabilmente comincia a scontare l’alta onerosita’ delle forme di credito al consumo: l’interesse sull’acquisto rateale di auto e’ sopra 11% e quello sulle carte di debito oltre 20%!

D’altronde, il maggior “motore” della crescita mondiale, la Cina, non “gira” come dovrebbe: spesa per consumi personali, produzione industriale, investimenti, stanno deludendo le stime degli analisti.

Come contromisura la banca centrale, People’s Bank of China, taglia il tasso di interesse sui prestiti ad una settimana concessi alle banche commerciali, per “trasmettere” uno stimolo generale al sistema economico.

La crescita dell’economia cinese ha rallentato a +0,8% nel 2’ trimestre, rispetto al 2,2% del 1’. A luglio il tasso di crescita delle vendite al dettaglio e’ sceso a +2,5% anno su anno, dal +3,1% di giugno, che gia’ non brillava.

Le cose vanno relativamente meglio in Giappone dove il GDP (prodotto interno lordo) del trimestre aprile-giugno ha toccato +1,5%, che vale +6% “annualizzato”. A spingere e’ ancora una volta l’export: la domanda esterna di beni e servizi “Made in Japan” è aumentata +3,2% nel 2’ trimestre.

La spesa per consumi interni cresce molto meno, in un intorno “annualizzato” poco sopra +1,0%, ed una flessione congiunturale, -0,5%, nel solo 2’ trimestre.

A fare le spese della prospettiva economica globale indebolita e’ stato ieri il prezzo del petrolio: il WTI (greggio di riferimento Us) ha perso -2,0% a 80,8 Dollari/barile.

Migliora inaspettatamente la produzione industriale nell'Euro-zona a giugno, cresciuta +0,5% mensile ma in calo -1,2% anno su anno, mentre il GDP conferma una crescita del +0,3% nel 2’ trimestre, che significa +0,6% rispetto allo stesso trimestre 2022, come da stime preliminari.

L'economia olandese è entrata ufficialmente in recessione, dopo il 2’ calo trimestrale consecutivo: -0,3% annuale nel 2’ trimestre 2023, dopo che nel 1’ trimestre dell'anno aveva registrato -0,4% congiunturale e +1,9% tendenziale annuo.

L’inflazione nel Regno Unito rallenta, ma meno delle attese: la variazione annuale dei prezzi al consumo in UK scende a +6,8% a luglio dal 7,9% di giugno, al livello più basso da febbraio 2022: il consenso stimava pero’ 6,7%.

Ieri, 15 agosto, il prezzo del gas naturale europeo e’ schizzato sino a +15% oltre 40 Euro/megawattora, record da giugno, per le possibili conseguenza degli scioperi nei terminali GNL (Liquified natural gas) australiani, che potrebbero ridurre le esportazioni mondiali di GNL sino al 10%.

La reazione sul prezzo del metano europeo sembra sproporzionata, visto che nel vecchio Continente le riserve sono piene oltre l'89%, massimo storico in questo periodo dell'anno.

Oggi, 16 agosto, il prezzi del petrolio sono stabili, col WTI invariato attorno 80,8 Dollari/barile: continua infatti a pesare sulla prospettiva della domanda petrolifera globale l’incertezza sulla ripresa e sui consumi cinesi, in parte controbilanciata dal calo delle scorte negli Stati Uniti.

Stamane, 16 agosto, osserviamo performance negative sulle Borse asiatiche, dove pesano le notizie deludenti che giungono dalla Cina ed in particolare sulla icerta congiuntura economica.

Stamattina e’ stata la volta dei prezzi delle case nuove che sono calati per la 1’ volta quest’anno, segnando -0,2% mensile e -0,1% annuale a luglio: insomma, urgono stimoli governativi.

A Tokyo l'indice Nikkei ha chiuso a -1,4%, ma le tensioni maggiori sono sulle borse cinesi dove si parla di rischio “default” per Country Garden (immobiliare/costruzioni) e Zhongrong International Trust (finanziario/immobiliare), in ritardo sui pagamenti di cedole su obbligazioni: Shanghai -0,8%, Shenzhen -0,9%, Hong-kong -1,2%.
A fine mattinata i maggiori indici europei conservano un piccolo margine positivo, +0,2% (ore 13.30), dopo un avvio migliore. I future sugli indici Usa indicano riaperture in rialzo, +0,5%, rimbalzando dai minimi dell’ultimo mese.

Le vendite al dettaglio di luglio hanno battuto le attese e cio’ e’ positivo, ma potrebbe indurre la Banca centrale (Federal Reserve-FED) a proseguire nella politica di rialzo del costo del denaro: lo ha ricordato ieri il presidente della FED di Minneapolis, Neel Kashkari.

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