Summit WEF di Davos: prevale la cautela nei banchieri centrali.
Germania: fiducia operatori economici (ZEW) in lieve ripresa.
Petrolio stabile, nonostante la crisi del Mar Rosso, gas ancora depresso.
Borse asiatiche incerte: anche il Nikkei interrompe la corsa.


La giornata borsistica di ieri, 15 gennaio, e’ stata segnata dalla chiusura di Wall Street per il Martin Luther King Day e dall’avvio dei lavori del World Economic di Davos (Svizzera). Le Borse europee, povere di scambi, hanno aperto senza direzione, e poi chiuso frazionalmente negative: Milano e Parigi -0,3%, Londra e Francoforte -0,4%.

A Davos parlano i banchieri centrali, frenando l’ottimismo sulla prospettiva della politica monetaria: il Presidente di quella tedesca, Bundesbank, e membro del board di quella Europea (ECB), Joachim Nagel, dice che è troppo presto per un "taglio dei tassi": il Presidente di quella austriaca, Holzmann, sostiene addirittura che l’ECB potrebbe non effettuare alcun taglio nel 2024.

Delude anche la Banca centrale Cinese (PBoC) mantenendo invariati i tassi applicati ad un’immissione di liquidita’ da 995 miliardi di Yuan (circa 126 miliardi di Euro) al sistema bancario, con un prestito a 1 anno regolato al tasso del 2,5%: la mossa spegne le speranze dei mercati di un taglio, alimentate dal fatto che le banche commerciali, il mese scorso, avevano tagliato quelli sui depositi.

Le vendite sul gas naturale europeo sulla trading platform TTF di Amsterdam hanno spinto il prezzo sotto i 30 Euro/megawattora, come nell’agosto 2023, ed ai minimi da oltre 2 anni. Le scorte in Europa sono piene al 79,7%, le temperature sono attese risalire verso fine settimana, ed il metano arriva copioso da Stati Uniti e nord Africa.

Anche il prezzo del petrolio non riparte come il mercato si attendeva in conseguenza del rischio che gli attacchi aerei di Stati Uniti e Regno Uniti alle basi dei ribelli Houthi possano determinare un allargmanto del conflitto e ridurre i flussi di greggio via mar Rosso e canale di Suez: il Wti (greggio di riferimento Usa) ieri ha perso -1,5% a71,6 Dollari/barile.

Politica Usa: al 1’ appuntamento elettorale per le Presidenziali di Novembre ieri, in Iowa, Donald Trump, come atteso, ha raccolto la preferenza della larga maggioranza dei delegati conservatori (Repubblicani): 20, +3 “elargiti” dal 4’ candidato che ha preferito ritirarsi. Ron De Santis se n’e’ aggiudicati solo 8, e Nikki Haley 7. La nomination Repubblicana richiede almeno 277 voti, vedremo...

Il Forum di Davos prosegue fino a venerdi’: stamane, 16 gennaio, il Governatore della Banca centrale Francese Villeroy de Galhau ha usato toni accomodanti sulla prospettiva dei tassi.

“La manovra di stretta ha avuto successo, oltre quanto prevedessimo 1 anno fa, ma e' troppo presto per cantare vittoria', la prossima mossa sara' 1 taglio, probabilmente quest'anno". Domani parlera’ il Presidente dell’ECB Lagarde.

Stamane, 16 gennaio, prosegue la fase di debolezza delle Borse europee, che a fine mattinata perdono in media -0,5%.

L’atteso indice Zew sul “sentiment” economico tedesco resta basso, ma a gennaio risale a 15,2 da 12,8 di dicembre, mentre sul versante dell’inflazione tedesca, il 2023 si chiude con +5,9% di media annua, dal +6,9% del 2022, e con +3,7% “anno su anno” a dicembre.

Sul versante obbligazionario notiamo il leggero allargamento dello spread di rendimento tra BTP italiani e Bund tedeschi a 158 punti, dai 155 di ieri, risultato della risalita del rendimento del BTP decennale benchmark a 3,80%, da 3,77% di ieri.

Leggera risalita dei rendimenti anche per i Governativi Usa: iI Treasury 10 anni “paga” 4,0%, +6bps rispetto alla chiusura di ieri, e quello a 2 anni il 4,20%, con un gap “negativo” stabile attorno a 20 bps (“curva” ancora invertita).

I prezzi delle materie prime energetiche sono praticamente fermi: quello del gas naturale europeo ad Amsterdam attorno a 30,0 Euro/megawattora (+0,4%), quello del WTI +0,2% a 72,55 Dollari/barile (ore 11.00 CET).

Sul tema del prezzo del petrolio si e’ espresso ieri anche Paolo Gentiloni, Commissario europeo all'Economia: Gentiloni suggerisce di evitare eccessi di ottimismo sulla prospettiva dell’inflazione in Europa e di conseguenza sui tassi, visti i possibili impatti, finora assenti su forniture e prezzi, della situazione di grave tensione nel Mar Rosso, sulla rotta tipica “via canale di Suez” delle petroliere.

Questa mattina, 16 gennaio, le Borse asiatiche hanno chiuso per lo piu’ in ribasso, scontando le incertezze macro-economiche economiche europeee globali: Tokyo -0,79% ha interrotto la serie positiva di 6 sedute con cui ha ripetutamente segnato nuovi massimi dal 1989.

Tra gli altri mercati, Seoul ha perso -1,12%, Hong Kong -0.18%, mentre Shanghai ha guadagnato +0,60%, nell’attesa dei dati sul GDP (Prodotto interno lordo) cinese del 4’ trimestre e intero anno 2023, che sarranno pubblicati domani.

All’indomani della chiusura per il Martin Luther King Day, i futures su Wall Street anticipano riaperture deboli, mediamente in calo di -0,7%: oggi, tra gli altri, pubblicheranno i conti trimestrali Goldman Sachs e Morgan Stanley.

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