Negli Stati Uniti rallentano anche I prezzi alla produzione (PPI): trend da confermare! L’Europa va verso la recessione autunnale: pesano crisi gas e siccita’ Mercati azionari ai massimi da 2 mesi. Ottimismo eccessivo o visione? Cryptovalute in ripresa, testimoniando ritorno per appetito al rischio.
Una seduta incerta quella di ieri, 11 agosto, per le borse europee: Londra -0,55%, Francoforte -0,05%, ma Parigi + 0,33% e Milano +0,69%. Seduta erratica e chiusure contrastate anche a Wall Street, col Dow Jones a +0,08%, lo S&P500 a -0,07% ed il Nasdaqa a -0,58%.
Non ha dunque avuto un grande impatto il buon dato sulle richieste settimanali di nuovi sussidi, risultate sotte alle attese, confermando il buon stato di salute dell’economia Usa. Nella settimana terminata il 6 agosto, negli Stati Uniti, il numero dei nuovi richiedenti del sussidio di disoccupazione è aumentato di 14 mila a 262.000, un filo sotto i 264.000 previsti dal consenso.
Se ci ricordiamo che al picco della pandemia erano 6,9 milioni e’ facile avere la misura dei progressi fatti dagli Usa nella “job creation”, cioe’ nella creazione di nuovi posti di lavoro. Il numero totale dei percettori continuativi (i.e. da oltre 10 settimane ininterrotte) è aumentato di 8.000 unità a 1,428 milioni di unità, ed e’ anch’esso vicino ai minimi storici.
Dopo il dato in calo sui prezzi al consumo di luglio (CPI) di mercoledi’ 10, anche il dato relativo ai prezzi alla produzione (PPI), sempre di luglio negli Usa, ha dato conferma della tendenza al rallentamento, scendendo da +10,4% annuale di luglio a +9,8%, con una variazione mensile di -0,2% contro il +0,5% atteso. Alla discesa hanno contribuito, come untuibile, i ribassi dell’energia, benzina in primis.
Il dato sui prezzi alla produzione, pur positivo essendo il primo calo da due anni e mezzo, resta molto alto nella variazione annua e non in grado di euforizzare analisti ed investitori che attenderanno conferme nei prossimi mesi. Puntuali, sul tema, sono giunti i commenti di autorevoli rappresentanti della Banca Centrale Usa (Federal Reserve o FED).
Mary Daly, Presidente della Fed regionale di San Francisco, in un'intervista sul Financial Times, ha ribadito che la sconfitta dell’inflazione e’ un obbiettivo ancora molto lontano, sottolineando che il lieve ribasso dell'inflazione a luglio non e’ sufficiente a giustificare un rallentamento nel ritmo dei rialzi dei tassi ufficiali.
Sul fonte politico internazionale prosegue senza sosta e senza nessun sostanziale progresso per alcuna delle parti, la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina: molto risalto viene dato allo scambio di mutue accuse circa il pericolo derivante dalla militarizzazione della centrale nucleare di Zaporizhia.
In Asia le esercitazioni militari cinesi intorno a Taiwan sono entrate nella seconda settimana, con un chiaro intendo intimidatorio verso l’ex Formosa e gli Stati Uniti, accusati di fomentare la spinta indipendentista dell’isola. Curiosamente l’Amministrazione Biden starebbe considerando di alleggerire alcuni dazi imposti sull’import di merci cinesi, ufficialmente allo scopo di alleviare l’inflazione.
Il prezzo del petrolio e’ tornato a salire ieri, 11 agosto, col WTI (West Texas Intermediate) di nuovo sopra i 93 Dollari al barile. Oggi perde oltre -1,0% a 92 Dollari (ore 13.30 CET).
Sul versante delle materie prime, al timore di difficolta’ di approvvigionamento di mais e grano dall’Ucraina si aggiunge la prolungata grave siccita’ che sta interessando tutta Europa, creando problemi logistici rilevanti ed extra-costi nel trasporto fluviale, specie nella parte centro-orientale del continente, alle vie d’acqua di Reno e Danubio.
Il comparto obbligazionario e’ relativamente tranquillo, e lo spread di rendimento tra BTP decennali italiani e omologhi Bund tedeschi oscilla attorno a 209 punti base, col rendimento del 10 anni italiano a +3,01%, in lieve rialzo rispetto a ieri.
Chiusure positive stamani per le Borse asiatiche, in particolare per il Nikkei giapponese che, dopo la chiusura per festivita’ di ieri, stamane ha segnato un brillante +2,62%, giovandosi del sentiment migliorato dalla prospettiva di un rimpasto del Governo Kishida, che scongiura il rischio di instabilità politica: tra le altre piazze, Hong Kong + 0,3%, Shanghai -0,15%, Seul +0.15%.
A fine mattinata, le Borse europee consolidano il progresso delle ultime settimane, con rialzi medi attorno al +0,6%. L’appetito per il rischio sembra essere rafforzato dai due dati incoraggianti sul’inflazione americana ed in particolare da quello sui prezzi alla produzione di ieri.
Tenuto conto dell’andamento delle principali materie prime nella prima meta’ di agosto, c’e’ una buona probabilita’ che l’inflazione rallenti anche nel mese in corso, suffragando lo scenario di una minor aggressivita’ sulla stretta monetaria da parte delle banche centrali Usa ed europea.
Anche il recupero di prezzo delle maggiori criptovalute va visto come un segnale di ritorno di interesse verso gli asset rischiosi: il bitcoin e’ in area 24 mila Dollari ed Ethereum attorno a 1.900, livelli piu’ alti da 3 mesi.
I futures su Wall Street anticipano riaperure positive attorno a +0,5% completando una “striscia” di 6 settimane di rialzi che porterebbe il Nasdaq ad un recupero del 21% dai minimi del 16 giugno scorso. Incredibile, ma vero!
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