Borse deboli, per stretta monetaria che spinge verso la recessione. La riunione della FED di mercoledi’ 21 potrebbe alzare i tassi di +100 bps. Rallenta la Cina e pesa sulla crescita globale: Fitch vede ripresa nel 2023. Olio e gas russo trovano nuovi sbocchi: Cina e India felici di comprarlo a sconto.
Ieri, 15 settembre, abbiamo vissuto un’altra seduta nervosa per le azioni europee e a Wall Street. Le Borse europee hanno chiuso negative una seduta ad alta volatilità. Parigi, la peggiore, ha perso -1,04%, Francoforte -0,54%, Milano -0,21%: Londra ha tenuto meglio, +0,05%. A New York sia lo S&P500 che il Nadaq hanno perso oltre -1,0%, temendo nuovi aumenti del costo del denaro.
I mercati stentano a metabolizzare il dato sull’inflazione al consumo (CPI) negli Stati Uniti, perche’ temono la prospettiva di nuove energiche strette monetarie (aumento dei tassi di interesse) da parte della FED (Banca Centrale Usa). Il Comitato di politica monetaria (FOMC) della Federal Reserve potrebbe decidere il prossimo mercoledi’ 21 un nuovo rialzo di +0,75% dei tassi, ma cresce la percentuale di coloro che prefigurano un aumento di +1,0%. Anche la Banca Centrale Europea deve proseguire senza indugio nella lotta all'inflazione, con misure forti che impediscano il radicarsi della tendenza alla crescita dei prezzi: ne e’ convinto il suo vicepresidente Luis de Guindos.
Negli Stati Uniti i dati macro piu’ recenti dipingono un quadro ancora salubre che, purtroppo, potrebbe dare nuova “benzina” alla dinamica dei prezzi: ieri, ad esempio, le vendite al dettaglio sono andate meglio del previsto, mentre le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono scese, offendo una sponda alla FED per continuare ad alzare i tassi.
In specifico, le vendite al dettaglio sono aumentate del +0,3% mese su mese ad agosto, dopo il calo di -0,4% (rivisto al rialzo) di luglio, facendo meglio delle attese. Spicca il dato per la spesa per carburanti, diminuita del -4,2%, come effetto del calo del prezzo della benzina, ma è cresciuta la spesa per acquistare auto, +2,8% e quella per pasti fuori casa +1,1%.
Ieri, 15 settembre, giornata memorabile nel mondo delle criptovalute: il fondatore di Ethereum Vitalik Buterin ha annunciato su Twitter il tanto atteso "merge", cioe’ il cambio di tecnologia blockchain, da “proof of work a proof of stake”, che permetterebbe di ridurre oltre -99% il consumo energetico dell'attività di “mining”.
Mentre non ci saranno novita’ per l'utilizzatore finale, il grande risparmio di energia energetico dovrebbe piacere a quegli investitori che avevano spesso bocciato l’eccessivo impatto ambientale delle cripto, e aprire a molti futuri utilizzi della blockchain, che sara’ piu’ veloce e meno costosa.
Le sanzioni alla Russia hanno indebolito, ma neppure troppo, il leader statale russo del gas Gazprom, che ieri ha diffuso i dati intrannuali: il gruppo ha prodotto 300,8 miliardi di metri cubi di gas, -15,9% rispetto all’anno precedente.
Le esportazioni verso i paesi non CSI (CSI = Comunita’ degli Stati Indipendenti, che include diversi paesi dell’ex Unione Sovietica), sono pari a 84,8 miliardi, -38,8% rispetto al 2021.
Il canale Telegram di Gazprom ha precisato che le esportazioni verso la Cina attraverso il gasdotto “Power of Siberia” stanno crescendo in virtu’ di un accordo bilaterale a lungo termine tra Gazprom e l’operatore monopolista cinese Cnpc".
Poche reazioni sul mercato europeo del gas (TTF olandese): chiusura a Eur 214/mwh. Scivolata del -11% oggi, 16 settembre, a 190 Euro, poco spiegabile.
Sul mercato obbligazionario e’ stabile lo spread di rendimento tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi: 227 bps, ma la stretta monetaria confermata dalle banche contrali spinge al rialzo i rendimenti: quello del BTP 10 anni italiano e’ a +4,04%.
Quello del Treasury Bond decennale Usa sfiora il +3,45%, 40 bps piu’ basso di quello del biennale, che e’ ai massimi dal 2007. I tassi reali sulla scadenza a dieci anni sono oltre il +1%.
Le Borse asiatiche stamattina hanno chiuso negative, riflettendo l’andamento preoccupato di quelle europee ed Usa. Nikkei giapponese -1,1%, e -2,4% nel bilancio settimanale, Hang Seng di Hong Kong -0,9% (-0,4% la settimana), CSI300 di Shanghai&Shenzen -2,3% (-2,5% la settimana), Kospi -0,8% (invariato sul venerdi’ precedente).
La caduta dell’indice cinese non riflette certamente i dati, sopra le stime, della produzione industriale e dei consumi di agosto: la prima, cresciuta del +4,2%, sopra le aspettative; le seconde, +5,5% annuale, decisamente sopra il consensus di +3,5%.
Ha pesato di piu’ che Fitch Ratings abbia tagliato le previsioni di crescita del GDP (prodotto interno lordo) cinese 2022 a +2,8%, da +3,7%, spiegabile con un quadro macro in peggioramento nel secondo trimestre, aggravato dalla persistente crisi del mercato immobiliare e dal rallentamento globale.
Per il 2023 le cose dovrebbero andare meglio, con una crescita attesa del +5,3%, sopra la precedente stima +4,5%.
La giornata odierna, 16 settembre, e’ partita male anche per le borse europee, ed e’ andata peggiorando (cali medi di -1,2%) in prossimita’ alle riaperture, nuovamente negative, di Wall Street: cali medi di -1,4% per S&P500 e Nasdaq. (ore 15.30 CET).
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